Performance di Fabrizia Olimpia Ranelletti accolta nell'opera di Pietro Mancini.
A cura di ignorarte.com
“La casa del suono” è una performance sulla ricerca identitaria. Un cieco e costante cammino in uno spazio concettuale intriso di volontà di ascolto del proprio io. Un io che scrive la sua storia sul proprio corpo e sul proprio perimetro vitale. In scena sette case, obiettivi di riferimento. Un sottofondo di segnali sonori di insetti accompagna una muta gestualità. Questo corpo ingannato da uno scettro impugnato, simbolo di un mellifluo potere, affrancato solo nel momento della morte.

Forse l’umanità tutta beerebbe se l’uomo fosse in grado solo di mangiare, dormire e riprodursi.
E invece no.
C’è il pensiero.
E il pensiero deve essere armonioso, leggero, equilibrato non fottuto e congelato.
Per un ordine sociale, questo, va controllato.
Sono sorti luoghi, senza tempo né spazio, volti a questo prezioso compito morale.
Porte e chiavi per custodire inferni senza fiamme.
Uomini e donne mai nate all’interno di limbi disperati.
Corpi medicalizzati e senza anima, fatti della stessa sostanza dei muri e delle cartelle cliniche.
Buchi neri e vuoti a perdere.
VIETATO PENSARE!!!
Forse.

Sono la figlia illegittima di Benito Mussolini
Sono un'anarchica
Sono un'isterica
Sono una dissoluta
Sono una potenziale assassina
Sono una donna mai nata

Spettacolo teatrale di reading performativo, presso il Teatro Antigone Roma. Tratto da un racconto di Valerio Carbone sugli ultimi giorni di vita del poeta Vladimir Vladimirovič Majakovskij
con
Valerio Carbone Autore
Vasilica Gavrilas Burlacu Attrice
Fabrizia Olimpia Ranelletti Performer

Non per tutti.

Solo per chi ama.

Fabrizia Olimpia Ranelletti entra in scena esageratamente o silenziosamente, spostando di continuo l'attenzione sul piano storico, concettuale ed emozionale, creando un contatto e, talvolta, un fastidio nello spettatore.
Le fonti di partenza sono state il teatro futurista, il teatro e la poesia di Majakovskij, la sfera sociale contemporanea, in un miscuglio dove l'interprete non era un'attrice nè la Critica d'Arte ma semplicemente Fabrizia Olimpia Ranelletti.

Liberamente tratto dalla plaquette “Lettera immaginaria di Ipazia a Teone”, scritta da Antonella Rizzo ed edita per Fusibilia libri. Sfondo integratore della narrazione è l’appassionato testamento spirituale che Ipazia riassume in una lettera al vecchio padre. Fabrizia Olimpia Ranelletti, con la sua brillante sceneggiatura, intende creare un punto di contatto e di comunicazione tra scienza e umanesimo che trova la massima rappresentazione nella figura di Ipazia d’Alessandria, matematica e filosofa (370 – 415).
La privazione della libertà sarà il triste epilogo di un esame storico che sottolinea la tragedia dell’eterno bavaglio inflitto come castrazione al libero pensiero.

 

In nome e per conto di Ipazia di Alessandria.
In nome e per conto della conoscenza.
Per il risveglio delle coscienze.
Quanto mai attuale."bAvAgLio"

Reading performativo tratto da “Lettera immaginaria di Ipazia a Teone”, scritta da Antonella Rizzo e sceneggiata da Fabrizia Ranelletti

Interpreti
Antonella  Rizzo - Ipazia
Fabrizia Olimpia Ranelletti – Corpo, non proprio, celeste

 

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